venerdì, novembre 25, 2005

Le concorrenti in Europa

Mentre in campionato la Fiorentina naviga a braccetto con le grandi e guardando dall'alto in basso persino l'Inter, da cui ha subito l'unica vera lezione di calcio di quest'anno, le preannunciate dirette concorrenti per i posti in Europa si trovano ad affrontare una sorta di campionato parallelo nelle competizioni internazionali. A differenza della Coppa Italia dove si da' spazio ai giovani e alle seconde linee, l'impegno europeo richiede massima intensita' e l'impiego dei migliori titolari per cercare di andare avanti e portare in cascina i proventi dei diritti televisivi e degli sponsor, fattori che in molti casi permettono la sopravvivenza delle societa' stesse.
L'Udinese di Cosmi si trovera' ad affrontare il Barcellona al Friuli in una sfida che salvo sorprese le permettera' di andare avanti nella competizione piu' prestigiosa. Samp, Palermo e Roma hanno ancora 1/2 partite da affrontare nei rispettivi gironi e la lotta sara' serrata fino all'ultimo (come si puo' vedere dalle classifiche) per garantirsi un posto negli ottavi di finale, anche se l'accesso alla fase successiva e' molto probabile.
La coppa Uefa richiede ormai un impegno (anche nervoso oltre che di tempo) pari quasi alla Champions: viaggi estenuanti, battaglie sui campi ghiacciati del nord, infortuni sempre dietro l'angolo. Per Juve, Inter e Milan e' facile fronteggiare queste situazioni, viste le rose di almeno 25 titolari altamente intercambiabili, ma per queste squadre dal badget equivalente o inferiore a quello dei Della Valle un tale elemento puo' sicuramente pesare. Aggiungiamo inoltre che per molti giocatori l'Europa rappresenta piu' una vetrina che altro, discorso valido per l'Udinese specialmente, mentre per Palermo e Roma e' anche un aggiuntivo motivo di stress da presidente e da tifosi rispettivamente. Solo la Samp sembra una squadra veramente in salute in grado di sopportare la situazione europea.
Intanto la Fiorentina, nell'altro campionato, naviga a +8 dalla Samp, + 10 da Roma e Palermo e +11 dall'Udinese. C'e' da sperare che le squadre italiane vadano avanti il piu' a lungo possibile in Europa, perche' questo rappresenterebbe sicuramente un valore aggiunto per il prosequio del campionato. Per questo motivo seguiremo attentamente gli sviluppi delle competizioni europee.







Girone Palermo


Girone Roma


Girone Sampdoria

giovedì, novembre 24, 2005

Internazionale e nazionalismi


Affrontando di prima mattina la quotidiana lettura della rosa nei bar trentini dal cappuccino troppo schiumoso e dalle paste precongelate riscaldate dal presunto barista di turno, si odono riecheggiare le gesta eroiche dei due eroi-bomber milanesi, che timbrano a suon di gol la promozione agli ottavi delle compagini strisciate. E tra i soliti "non siamo bolliti" di Ancellotti e i "l'imperatore e' tornato" di Mancini, un fatto colpisce la mia attenzione: l'Inter (ex Ambrosiana oggi non a caso Internazionale F.C.) schiera in una sola volta 11 giocatori di nazionalita' estera. Credo che sia la prima volta per una squadra italiana, ma e' curioso il fatto che una tale compagine sia chiamata a difendere in qualche modo i colori nazionali nella competizione calcistica piu' famosa.
Al di la' dei facili moralismi a nazionalismi, ho cercato di immaginare cosa possa succedere in una situazione del genere. Cambiasso, Veron e Solari che si chiamano la palla con spagnolo-argentino e Recoba che 'non compriende' perche' lui e' uruguagio, Figo e Adriano che cercano di comunicare in portoghese ma l'accento brasiliano e' troppo marcato per il pettinato ex pallone d'oro, Mancini che urla dalla panchina a Wome e si sente rispondere in uno stentato italiano e allora prova in spagnolo ma nessuno sembra capirlo. Insomma, tutta una serie di situazioni che devono sicuramente rendere difficile la vita dello spogliatoio interista.
I bei tempi andati in cui ogni squadra poteva al massimo schierare 3 stranieri sono ormai solo un ricordo, i tempi del trio Derticia, Kubik, Lacatus, e poi di Batistuta, Effenberg, Laudrup e di quello piu' fortunato Batistuta, Rui Costa, Schwartz...
Oggi per fortuna riusciamo ancora a schierare una squadra dove la lingua parlata e' una sola; solo Jorgensen, Ujfalusi e Frey erano in campo domenica, il resto tutti italiani, e di sicuro anche loro avranno parlato con la lingua del Belpaese... ma continuando la lettura della rosa, si arriva alla pagina in cui anche la Gazzetta da' per certi l'arrivo di Vidic e Jimenez, e scrive un articolo sui due quasi nuovi giocatori della Fiorentina. E nella pagina accanto, un giocatore italiano di nome Vincenzo Italiano carica il suo Verona per raggiungere al piu' presto la serie A. Certo, se a essere tutti stranieri uno si deve ritrovare come l'Inter, forse l'Hellas ce la puo' davvero fare e per noi forse e' meglio cercarseli in casa i giocatori o sperare che almeno sappiano bene l'italiano.

mercoledì, novembre 23, 2005

Vidic e Jimenez: i nuovi probabili acquisti

Ecco le schede dei due probabili rinforzi della squadra viola a Gennaio. Sembra ormai certo che entrambi i giocatori arrivino alla corte di Prandelli, il primo a rinforzare il reparto difensivo, il secondo a ricoprire il ruolo di jolly di centrocampo che sarebbe spettato allo sfortunato Do Prado, per garantire una valida alternativa a Jorgensen e Fiore sia in termini qualitativi che tattici.
Si parla di investimenti ingenti, 6/7 mil di euro per il serbo, addirittura 4 per la comproprieta' del cileno.
Probabilmente verra' ricercato anche un forte centrocampista centrale (perso ormai Diarra), che pero' supponiamo arrivi solo se davvero si presentera' a Corvino una buona opportunita'.
Sono questi gli innesti giusti per la squadra viola o serve qualcos'altro?








Nemanja Vidic
Ruolo: difensore
nazionalità: Jugoslava
posizione: centrale
nato il: 21/10/1981
a: Uzice
altezza: 188 cm
peso forma: 84 Kg
società di app: Spartak Mosca
scadenza contratto: 2007

Carriera
# Stagione Squadra Cat. Presenze Goal
1 2004-05 Spartak Mosca A - -
2 2003-04 Stella Rossa A 20 5
3 2002-03 Stella Rossa A 25 5
4 2001-02 Stella Rossa A 22 2











Luis Antonio Garces Jiménez
ruolo: centrocampista
nazionalità: Cilena
posizione: destra
propensione: offensiva
piede di calcio: destro
nato il: 17/06/1984
a: Santiago del Cile
altezza: 183 cm
peso forma: 75 Kg
società di app: Ternana
scadenza contratto: 2007


Carriera
# Stagione Squadra Cat. Presenze Goal
1 2005-06 Ternana B 12 2
2 2004-05 Ternana B 32 11
3 2003-04 Ternana B 34 9
4 2002-03 Ternana B 6 1




(fonte calciatori.com)

martedì, novembre 22, 2005

Regolamento commenti: procedura di registrazione

Visto il crescente numero di commenti "anonimi" sulle notizie del Blog, si rende necessaria la procedura di registrazione a www.blogger.com. La procedura e' relativamente semplice, ma molto breve. Una volta entrati sulla pagina dei commenti, cliccando alla fine della notizia su "comments", troverete la richiesta di registrarvi su blogger.com. Come in tutte le procedure di registrazione, occorre scegliere un nome utente univoco, una password di almeno 6 caratteri, decidere il nome visualizzato (diverso dal nome utente, ad esempio il mio username non e' Dao ma dtacconi) e fornire un indirizzo email, che non comporta alcun tipo di spam (blogger.com e' di marchio google, molto seri su questo). La seconda pagina non e' molto chiara e vi chiede di registrare un nuovo blog. Ignoratela e chiudete la pagina o la finestra di popup. Da quel momento avrete la vostra identita' definita ad ogni accesso a qualsiasi blog di blogger.com.
Scusate, ma vorremmo cercare con questo primo passo che altro non e' che un esperimento, di arrivare a un sito web ben piu' complesso, di cui il blog non sara' che una parte. Per fare questo dobbiamo avere un'idea di quante persone spendono del tempo per commentare le notizie(s) che postiamo, visto che nell'idea futura, ognuno potra' creare la propria notizia e ricevere commenti su di essa.
Per qualsiasi problema, contattatemi a david.tacconi@gmail.com oppure su msn come davidtacconi@hotmail.it.
Una volta registrati mettete un commento di prova sotto questa notizia cosi' per rendersi conto di chi riesce e chi no.

lunedì, novembre 21, 2005

Il lunedi' perfetto


Eccoci qua. Il lunedi perfetto. E anche la domenica perfetta. Stadio gremito, giornata radiosamente bella, sqaudra fantastica. E una vittoria suggellata da un tramonto scintillante su uno stadio che da tempo non sprizzava cosi’ tanta felicita’. Chi lo avrebbe detto, pochi mesi fa quando la B sembrava ormai cosa fatta e ervamo penultimi – penultimi e’ l’opposto di secondi!; chi l’avrebbe detto dopo il 2 a 0 di Piacenza, quando sarebbe stato piu’ sensato pensare a salvarsi dalla C1 che per grazia avevamo scansato che sognare la rimonta; chi l’avrebbe detto, tre estati fa, quando si discuteva di Masitto e Hutwelker, e del profeta Bonomi che lui si ci avrebbe fatto fare il salto di qualita’.
Ma quest’anno, anche su questo stesso blog lo abbiamo piu’ volte ripetuto, c’e’ un’aria diversa. Si e’ iniziato a respirarla a Folgaria, e non era solo aria di montagna. Dopo il pimo tempo con la Samp, la prima di campionato, da amante della tattica e del buon calcio collettivo, mi lustravo gli occhi: raddoppi sul portatore di palla, movimenti continue delle punte, diagonali difensive collaudate, schemi sui calci piazzati, ma soprattutto 11 uomini in campo che si muovono insieme, orchestrati da quell’oscuro burattinaio che ogni grande squadra ha, l’Allenatore; quell’uomo garbato ed elegante, ma al tempo stesso grintoso e deciso, che porta i nomi di Claudio e Cesare e di cognome fa Prandelli.Uno che la partita la prepara a dovere, ma che prepara anche i suoi per la partita, uno che sa come prenderli questi ragazzotti semi-milionari, uno per cui tutti darebbero l’anima in campo e forse anche fuori. Uno di cui una citta’ intera si e’ innamorata al primo sguardo, che ha messo tutti d’accordo e su cui nessuno si azzarderebbe a dire niente neanche al lampredottaio di porta Romana dopo una disfatta colossale Uno che cosi’ a Firenze non se ne era mai visti, almeno noi che di scudetto abbiamo sentito solo raccontare.
Gia’, lo scudetto...qualche anno fa sembrava potesse essere l’anno buono, finche’ Bati non crollo’ quando tra lui e la porta del Milan (sempre lui, il Milan) c’era solo qualche zolla e uno sparuto Seba Rossi. Ma allora c’erano i campioni milionari, c’era un presidente pomposo che montava in piedi sulla balaustra e urlava al complotto ogni domenica sera, c’era un’allenatore bravissimo a valorizzare i campioni ma che perparava le partite che nemmeno io in seconda categoria in riva alla Sieve facevo degli allenamenti del genere. Ora e’ diverso, tanto diverso. Non sembra nemmeno Firenze ci si dice tra fiorentini. Non sembra neanche appartenerci questa realta’, tanto diversa l’abbiamo sempre vista. Non e’ da Fiorentina, non puo’ essere. Tre tiri in porta, 3 gol. 65 % di possesso palla della squadra piu’ forte del mondo, 3 a 1 per noi. Gol quasi valido, annullato. Da non capirci niente. Da non raccapezzarsi. Eppure siamo noi, eppure e’ nostra questa Fiorentina che affronta i giganti del calcio alla perfezione, ed e’ tutto nostro anche questo secondo posto. C’e’ un’armonia tra tifo, squadra e societa’ che non credevo esistesse a questo mondo. Ci si aiuta, siamo tutti insieme, non si va allo stadio per beccare il Carnasciali o il Fiondella di turno. Ma si va allo stadio perche’ questa grande piccola squadra ha bisogno di noi, e senza di noi ridiventerebbe un po’ piu’ piccola e soccomberebbe di fronte a tutti questi campioni.
E dove potremo arrivare non lo so, non mi interessa, non interessa nessuno di noi tifosi. Intanto c’e’ solo da godersi questo lunedi con il capocannoniere del campionato osannato in quel tempio sacro delle squadre a strisce che si chiama Controcampo e la nostra amata viola seconda – seconda!- a un passo dal Paradiso, un lunedi dove sei fiero di parlare con la voce fioca da quanto hai urlato ieri. Chissa’ quanto durera’... ma non importa. Intanto questo e’ proprio un gran bel lunedi’, bello come quel tramonto luccicante che sovrastava il Franchi ieri mentre i giocatori seminudi ballavano con noi sotto la curva . Un lunedi davvero straordinario. Un lunedi’ praticamente perfetto.

12 Giornata: analisi e commento tecnico


Si comincia a parlare di lotta a 3 per lo scudetto, o questo almeno dice la classifica, visto che la Fiorentina batte al Franchi un lanciatissimo Milan, rispondendo al dirompente 4 a 1 della Signora in terra di Roma. Il Milan conosce una brutta battuta d’arresto alla vigilia di una settimana che in Champions puo’ risultare davvero decisiva per il futuro di questo gruppo. L’Inter riesce questa volta a tenere il passo, ma in totale deve recuperare 20 punti, 10 dalla capolista, 5 dalle seconde. E sono davvero tanti.
Intanto da dietro si fanno notare il Livorno e la Samp vittoriose in partire difficili e importanti contro Empoli e Lazio, due rivelazioni del campionato. Anche il Livorno a questo punto e’ una realta’ del campionato 2005/2006 e si propone per un posto in Europa, visto le avanzate claudicanti di Palermo, Udinese e Roma.
In coda risorge il Lecce col suo cannoniere Vucinic che stoppa il Siena e non si ferma la Reggina che fa un sol boccone del povero Cagliari del redivivo Sonetti. Cavasin risveglia dal torpore il suo Treviso e il suo bomber Reginaldo, ma viene rimontato da un Palermo ancora sfortunato. Chievo e Ascoli si spartiscono la posta in gioco, come e’ giusto tra 2 squadre che si equivalgono nei valori anche se la calssifica della squadra di Pillon e’ al momento molto abbondante.
Ma torniamo sui big match di questa giornata. A Roma si e’ assistito a un primo tempo dove gli equilibri sono stati rotti da una dormita collettiva della difesa giallorossa sul cross di Camoranesi per la testa di Nedved. La Roma per la verita’ fino a quel momento aveva pensato piu’a giocare che a picchiare, come era successo invece lo scorso anno. Subito il gol pero’, non ha piu’ saputo ricomporsi e dopo l’uno due di Trezeguet sembrava addirittura che la sconfitta potesse assumere dimensioni meomorabili. E sarebbe successo probabimente se non ci avesse pensato Thuram a farsi espellere regalando un uomo per mezz’ora alla squadra capitolina. La Juve, come sempre ottiene il massimo con uno sforzo irrisorio, di fronte ad un avversario che a tratti e’ sembrato capace di impensierire davvero Capello.
Al Franchi invece si assiste ad una bella partita, dove il tema tecnico-tat tico e’ stato sempre lo stesso: Milan detentore del possesso palla, Fiorentina brava a non lasciare spazi e a interrompere le fonti del gioco rossonero con le abili mosse di Prandelli. Fiorentina ancora una volta con il 4-2-3-1, Montolivo un po’ in ombra in mezzo ai mostri sacri del centrocampo, ma bravo a disturbare Pirlo. Solo dalla fascia sinistra milanista arrivano i pericoli, visto che Seedorf e Serginho riescono ad attaccare in coppia e a rifornire le punte con precisi cross, da cui nasce anche l’azione del pareggio di Gilardino. Prandelli azzecca la contromisura, invertendo Fiore e Jorgensen, e riuscendo in piu’ occasioni a creare la superiorita’ numerica grazie all’ottimo Pasqual (di cui in molti hanno finalmente iniziato ad accorgersi) e alla buona vena di Fiore. Nel secondo tempo, dopo il gol in apertura, la partita e’ leggermente cambiata, visto che il Milan ha iniziato ad attaccare in massa (3 punte + 3 mezze punte negli ultimi 25 minuti) offrendo il fianco alle ripartenze viola. Dopo l’episodio del gol annullato a Gilardino – su cui se non altro il dubbio rimane- e il rigore non dato per fallo di mano di Brocchi, la Fiorentina sfrutta la terza ingenuita’ della difesa rossonera chidendo i conti con Toni. La Fiorentina ha avuto il merito di tenere sempre il campo senza mai disunirsi di fronte agli attacchi ordinati del Milan. Ai rossoneri sono mancati l’estro di Pirlo e la velocita’ di Shevchenko e Kaka, sicuramente in giornata no, ma la squadra di Ancellotti ha tutt’altro che demeritato, e forse il pareggio sarebbe stato il risultato piu’ giusto. Questo non toglie i meriti ai ragazzi di Prandelli, che sanno affrontare gli avversari con il piglio giusto e stanno sfruttando al meglio il momento di grazia del cannoniere del campionato. Ora la squadra viola e’ chiamata ora ad affrontare altri esami di maturita’ contro Roma e Juve, ma quella di ieri e’ stato senza dubbio una prova posta a suggello di un incredibile inizio di campionato dove ogni cosa sta girando per il verso giusto.

Cesare alla conquista di Roma!!

Ebbene sì! Quello che tutti i fiorentini in cuor loro pensavano fosse poco più di una speranza lontana, adatta solo a riempire i discorsi dei più anziani al Bar Marisa, o dei giovani e irrequieti cuori viola sulle pagine del Web, ecco che dal campo arrivano importanti e concretissime risposte. Il Milan è sconfitto, è vinto, è battuto e dietro la collina di Fiesole si sentono rimbombare ancora gli echi lontani di un Franchi tinto di viola e incantato dai micidiali colpi di testa del capocannoniere Luca Toni.
La squadra di Ancelotti non ha certo sfigurato, ma non è stata cinica negli episodi come invece la squadra viola, ben attenta a non lasciare spazi tra i reparti nella fase difensiva e veloce e spietata nel castigare le due incertezze difensive della retroguardia rossonera. Prandelli, che ha risposto mossa su mossa, azzeccando tutti i cambi, agli inutili tentativi di Ancelotti di riportare a Milano almeno un punticino dopo essere sceso a Firenze nel tentativo di eguagliare il record bianconero, saggiamente non si sbilancia e lascia ai tifosi il compito di sognare anche per lui. Il mister, che saluta la Fiesole prima di scendere negli spogliati sa già che domenica prossima dovrà guidare le sue truppe in una trasferta difficilissima contro una Roma che ha visto crollare le sue mura sotto i colpi micidiali inferti dalle torri bianconere Ibrahimovic e Trezeguert. Certo Prandelli è riuscito a dare alla squadra, in così poco tempo, una propria identità e un proprio gioco, e proprio in questo stanno i suoi principali meriti. Se a questo si aggiunge la sua grande capacità di gestire giocatori giovani, primi tra tutti Montolivo, Pazzini e Bojinov, ecco che Prandelli diventa l'uomo giusto per il progetto a lungo termine dei Della Valle. Auguriamo quindi ad un professionista del suo calibro di riuscire a fare bene, anche perchè pur davanti alle telecamere e ai microfoni emerge la statura - prima ancora di un grande allenatore, di un grande uomo; cosa davvero invidiabile anche da gente come Capello e Lippi, che possono vantare in bacheca trofei da primi della classe. Ma torniamo al calcio giocato: in zona Uefa fanno ancora una volta parlare di sé Sampdoria e Livorno, mentre Siena, ma soprattutto il Palermo, vedono al momento ridimensionate le loro ambizioni di alta classifica. La lotta per non retrocedere, che presenta una classifica ancora molto corta, sicuramente fino all’ultima giornata riserverà sorprese e molte emozioni. Il Lecce ritrovar finalmente i 3 punti, il Treviso, seppur ancora a secco di vittorie pare aver trovato con Cavasin, nuovi stimoli, l’Ascoli continua ad accumulare punti e fiducia nei propri mezzi, mentre la Reggina, con un ritrovato Nick Amoruso conquista contro un Cagliari sempre più allo sbando, 3 punti che valgono oro, ed anche Lazio e Parma fino alla fine non dormiranno certo sonni tranquilli. Al terzo posto dei gol più belli di questa 12a giornata il bel tiro al volo di Reginaldo del Treviso che dai 16 metri trafigge il rientrante Guardalben con un diagonale millimetrico che si infila sul palo più lontano della porta rosanero. Al secondo posto il gran destro del blucerchiato Diana, che conclude nel migliore dei modi un bellissimo assist di Flachi: colpo di testa del numero 10 sampdoriano e destro violento dell’accorrente Diana che al volo batte imparabilmente Peruzzi con la palla che termina la sua corsa in fondo al sacco dopo aver incocciato il montante di sinistra della posta difesa dal portierone della Nazionale. Al primo posto, il gran gol nell’anticipo serale di Ibrahimovic: un mix di potenza e tecnica che ha umiliato la difesa giallorosa. Lancio di esterno di Emerson, colpo di tacco a seguire all’altezza della metà campo, scatto bruciante sull’inadeguato Kuffor, ed esterno destro che va a concludersi sotto l’incrocio dei pali. E mentre a Roma si consumava il poker bianconero ecco che a Madrid andava in onda lo show di Ronaldinho, che dopo aver distrutto alla Play-Station una traversa, incanta il Bernabeu con due perle di fantasia pura: finte, doppi passi e due eurogol che portano il Barça in testa alla classifica.