
Eccoci qua. Il lunedi perfetto. E anche la domenica perfetta. Stadio gremito, giornata radiosamente bella, sqaudra fantastica. E una vittoria suggellata da un tramonto scintillante su uno stadio che da tempo non sprizzava cosi’ tanta felicita’. Chi lo avrebbe detto, pochi mesi fa quando la B sembrava ormai cosa fatta e ervamo penultimi – penultimi e’ l’opposto di secondi!; chi l’avrebbe detto dopo il 2 a 0 di Piacenza, quando sarebbe stato piu’ sensato pensare a salvarsi dalla C1 che per grazia avevamo scansato che sognare la rimonta; chi l’avrebbe detto, tre estati fa, quando si discuteva di Masitto e Hutwelker, e del profeta Bonomi che lui si ci avrebbe fatto fare il salto di qualita’.
Ma quest’anno, anche su questo stesso blog lo abbiamo piu’ volte ripetuto, c’e’ un’aria diversa. Si e’ iniziato a respirarla a Folgaria, e non era solo aria di montagna. Dopo il pimo tempo con la Samp, la prima di campionato, da amante della tattica e del buon calcio collettivo, mi lustravo gli occhi: raddoppi sul portatore di palla, movimenti continue delle punte, diagonali difensive collaudate, schemi sui calci piazzati, ma soprattutto 11 uomini in campo che si muovono insieme, orchestrati da quell’oscuro burattinaio che ogni grande squadra ha, l’Allenatore; quell’uomo garbato ed elegante, ma al tempo stesso grintoso e deciso, che porta i nomi di Claudio e Cesare e di cognome fa Prandelli.Uno che la partita la prepara a dovere, ma che prepara anche i suoi per la partita, uno che sa come prenderli questi ragazzotti semi-milionari, uno per cui tutti darebbero l’anima in campo e forse anche fuori. Uno di cui una citta’ intera si e’ innamorata al primo sguardo, che ha messo tutti d’accordo e su cui nessuno si azzarderebbe a dire niente neanche al lampredottaio di porta Romana dopo una disfatta colossale Uno che cosi’ a Firenze non se ne era mai visti, almeno noi che di scudetto abbiamo sentito solo raccontare.
Gia’, lo scudetto...qualche anno fa sembrava potesse essere l’anno buono, finche’ Bati non crollo’ quando tra lui e la porta del Milan (sempre lui, il Milan) c’era solo qualche zolla e uno sparuto Seba Rossi. Ma allora c’erano i campioni milionari, c’era un presidente pomposo che montava in piedi sulla balaustra e urlava al complotto ogni domenica sera, c’era un’allenatore bravissimo a valorizzare i campioni ma che perparava le partite che nemmeno io in seconda categoria in riva alla Sieve facevo degli allenamenti del genere. Ora e’ diverso, tanto diverso. Non sembra nemmeno Firenze ci si dice tra fiorentini. Non sembra neanche appartenerci questa realta’, tanto diversa l’abbiamo sempre vista. Non e’ da Fiorentina, non puo’ essere. Tre tiri in porta, 3 gol. 65 % di possesso palla della squadra piu’ forte del mondo, 3 a 1 per noi. Gol quasi valido, annullato. Da non capirci niente. Da non raccapezzarsi. Eppure siamo noi, eppure e’ nostra questa Fiorentina che affronta i giganti del calcio alla perfezione, ed e’ tutto nostro anche questo secondo posto. C’e’ un’armonia tra tifo, squadra e societa’ che non credevo esistesse a questo mondo. Ci si aiuta, siamo tutti insieme, non si va allo stadio per beccare il Carnasciali o il Fiondella di turno. Ma si va allo stadio perche’ questa grande piccola squadra ha bisogno di noi, e senza di noi ridiventerebbe un po’ piu’ piccola e soccomberebbe di fronte a tutti questi campioni.
E dove potremo arrivare non lo so, non mi interessa, non interessa nessuno di noi tifosi. Intanto c’e’ solo da godersi questo lunedi con il capocannoniere del campionato osannato in quel tempio sacro delle squadre a strisce che si chiama Controcampo e la nostra amata viola seconda – seconda!- a un passo dal Paradiso, un lunedi dove sei fiero di parlare con la voce fioca da quanto hai urlato ieri. Chissa’ quanto durera’... ma non importa. Intanto questo e’ proprio un gran bel lunedi’, bello come quel tramonto luccicante che sovrastava il Franchi ieri mentre i giocatori seminudi ballavano con noi sotto la curva . Un lunedi davvero straordinario. Un lunedi’ praticamente perfetto.