giovedì, marzo 13, 2008

Mamma mia...!

Alle 15 decido che e’ ora di andare…spengo il computer, via scarpe, pantaloni e camicia per far spazio a jeans, scarpe da ginnastica, maglia e felpa della viola…
Tra 4 ore e 45 si gioca Everton-Fiorentina, a Liverpool…Sono senza biglietto.
Imbocco la M5, direzione Nord. Poco meno di 3 ore dopo sono incolonnato nei pressi dello stadio…tutte le macchine hanno qualcosa che accenni all’Everton…mi sento solo in terra straniera…e, avvolto dalla mentalita’ che abbiamo, anche leggermente impaurito, uncomfortable direi. Macchina con guida a sinistra e la scritta “filiale di Firenze” sulla targa. Decido di parcheggiare un po’ lontano dallo stadio… ma sfortunatamente tutti parcheggi sono per residenti…faccio allora per ritornare verso Goodison Park, e mi trovo a costeggiare un grosso edificio sulla mia sinistra… E’ Anfield Road…il tempio dei Reds…incredibilmente a meno di 500m da quello dei Blues. Emozione. Alla fine parcheggio la macchina, in un parcheggio custodito…che mi dicono essere sicuro. Da solo, a piedi mi dirigo verso lo stadio, mi faccio indicare il settore ospiti e gia’ mi sento piu’ a casa. La caccia al biglietto dura pochi minuti, un ragazzo del valdarno ne ha uno in piu’. Per la seconda volta consecutiva vedro’ la Fiorentina in una trasferta europea. Sono le 18.45 manca ancora un’ora all’inizio della partita quando squilla il telefono. Guardo il display. “John”.
John l’ho conosciuto sull’aereo che da Londra ci porto’ a Oslo 20 giorni or sono. Lui, tifosissimo del’Everton, andava a Bergen a vedere il loro sedicesimo di finale. Rispondo. Mi dice di raggiungerlo al pub dove si ritrova sempre con i suoi amici prima della partita. Sono titubante, poi decido che un’occasione del genere non mi ricapita…e mi sento che sto andando incontro ad una cosa che ricordero’ a lungo. Faccio il giro dello stadio, cammino in mezzo a migliaia di persone con vessilli dell’Everton finche’ arrivo al pub…Chiamo John…il quale si affaccia, mi vede, sorride…ed esce in strada. Abbraccione…e si entra nel pub. Sono leggermente in soggezione…non appena dentro John fa a voce alta…” Questo e’ Leo, di Firenze, tifoso della Fiorentina”. E tutti arrivano a salutarmi, darmi la mano,pacche sulle spalle, che chi parla uno storpiato italiano “Comme sta?”, “Benvenutto”. Non passa 30 secondi che gia’ avevo una pinta in mano, rigorosamente offerta dal loro. Poi mi presenta uno ad uno tutti i suoi amici, e suo figlio. Passiamo una buona mezzora a ridere e chiacchierare, mi fanno levare il giubbotto, e si fanno foto, io con la mia felpa della viola nel pub insieme a loro. Mi raccontano di Firenze…della citta’ bellissima, della serata freddissima, dello stadio, che loro non concepiscono. Sono rimasti delusi. Come dargli torto? Mi raccontano che sono 28 anni che prima della partita, prima di ogni benedetta partita loro si ritrovano in quel pub. Gli chiedo cosa pensano della partita di stasera. “Se giocate come a Firenze non vediamo palla”. Gia'...se... E poi si parla d’altro…Raggiungo anche una mezza promessa per un biglietto l’anno prossimo, magari per Everton-Liverpool…vediamo. “Basta che mi dici quando vuoi venire, il biglietto te lo trovo io”. Verso le 19.35 ci si incammina verso lo stadio. Fuori e’ ancora un formicolio di gente. Tutti hanno il loro posto, tutti entrano gli ultimi 10 minuti. Penso che forse il posto che trovero’ non sara’ il migliore, ma non importa molto. Di fronte allo stadio ci salutiamo. John mi chiede se riesco a ritrovare la macchina, se voglio che mi aspetti fuori e camminiamo assieme. Lo rassicuro. Ci scambiamo un in bocca al lupo e mi dirigo nuovamente verso il settore ospiti. Entro alle 19.40. Una bolgia infernale. L’atmosfera e’ fantastica. Trovo posto in corrispondenza della linea di fondo campo. In 5.a/6.a fila…anche fortunato penso. La partita e’ stata in sofferenza, dal primo al 90esimo minuto…2-0 Everton, supplementary…e ancora patire. Il tifo incessante e rumorossisimo dei toffees…mai sentito un tifo cosi assordante in uno stadio. Impressionante. Faceva venire i brividi, metteva in soggezione. La Fiorentina ha giocato male, e’ stata fortunate, ma ha lottato fino all’ultimo. Non era facile. E per la prima volta ho capito che i rigori non e’ solo questione di fortuna. Dopo il gol di Gravesen, Pazzini si incammina dal centro campo. Il fischi, gli ululati, i buu sono assordanti…assurdo…non so se in TV rendeva…ma ad esser li c’era, e come, da avere paura, da essere in soggezione almeno. Tiro e rete. Bravo Pazzo.
Quando Osvaldo va sul dischetto penso che possa sbagliarlo…giovane, inesperto…con tutta questa pressione…Il tutto invece si trasforma in irriverenza…Rimbomba il coro “Argentina, Argentina, Argentina…”. Osvaldo si gira, sorride e fa cenno con la mano verso i tifosi…poi si incammina verso il centrocampo…due passi…si ferma, torna indietro e abbraccia Frey. Bello. Bravo.
Il resto e’ un rigore sbagliato da loro e Santana che segna…La festa comincia, la gioia esplode… I toffees sono increduli…I viola urlano la loro gioia e sofferenza al cielo.L’abbraccio con I giocatori fantastico… I Blues escono dal campo a testa alta…tutto lo stadio applaude…prima di svuotarsi…e lasciare spazio ai cori dei viola. Guardo il telefono…uno dei tanti messaggi ancora da John. Prima dei calci di rigore mi aveva scritto “Enjoy it, it’s only a game”. Un grande. Dopo 20 minuti usciamo dall stadio…accompagnati da poliziotti a cavallo. Uno di loro di fa cenno di seguire la folla, gli dico che ho la macchina parcheggiata dall’atra parte. Saluto Fede (o Shino per chi lo conosce) e mi incammino verso la Twingo. Finisce come era iniziata…da solo, a piedi per le vie di Liverpool. Mi aspettano 350 Km di macchina e 3 ore di guida nella notte inglese…per fortuna a cuor leggero…





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A 11 METRI DALLA DISFATTA

Capisco al gioia, capisco l'euforia e l'esultanza, perchè vincere partite come queste da davvero una grande gioia. Ma più che gioia è liberazione. Liberazione da una sofferenza e da un patire (come alcuni di voi mi hanno detto ieri sera) che ben descrive l'andamento della partita di ieri.

E sicuramente hanno festeggiato Prandelli e la squadra ieri a Liverpool. Ma domani gli allenamenti si svolgeranno davanti a un televisore, o seduti sulle panche degli spogliatoi a parlare della gara. Perchè c'è molto da dire, molto da analizzare, motlo da correggere. Perchè non si può certo chiudere la questione semplicemente perchè si è passato il turno. Ieri la Fiorentina ha rischiato grossoe forse non meritato il passaggio del turno. E' bene però ricordare che quello di ieri era solo il "secondo tempo" di un confronto durato più di 200 minuti. I primi 90 la Fiorentina ha dimostrato di avere qualità e tecnica, gli altri 120, di dover ancora migliorae molto. Certo non è facile giocare nella tana dell'Everton, una bolgia infernale con un pubblico davvero stupendo. Ma sul campo erano comunque 11 contro 11. Anche se non è mai sembrato così. I giocatori in maglia blu correvano il doppio, arrivavano sempre primi sulla palla e sopratutto non sbagliavano ogni passaggio. Il gioco memonico viola non si è mai visto: timidi, impacciati, improvvisatori e irriconoscibili. E poi tante pallonate. Ci può stare. Però...
Ieri poi prandelli ha suonato la campana da morto per Vieri, che ha perso posizioni anche rispetto a Osavaldo. Il migliore della Fiorentina?! Pazzini: ha corso ha difeso palla ha prvato a far salire al squadra, ha sfiorato il colpaccio al 118° e ha messo dentro il primo - importantissimo - rigore.
Per il resto non so che dire. Sono contento che la Fiorentina vada avanti, ma non oso immaginarmi l'amarezza dei tifosi inglesi che hanno visto i loro giocatori comabttere come leoni per tutta la gara. Questo può servire comunque ai ragazzi di Prandelli, perchè possono segnare qualcsoa di improtante sotto la voce "esperienza": ciò che ieri è più mancato alla squadra gigliata.

GRATTA E VINCI, VINCI SPESSO, VINCI ADESSO

Vi ricordate Doraimond il gatto spaziale, bhè ieri sera dopo anni lo abbiamo rivisto nelle vesti di Frey, quando sul rigore calciato da Jagielka, tira fuori dalla sua taschina magica una manona abnorme che allontana la palla e le speranze dell’Everton.
Ma veniamo ai fatti, di sicuro i giocatori dell’Everton ieri sera qualcosa avevano preso (pare che i Guazzi sia passato negli spogliatoi ed abbia sostituito il tè caldo con il suo vin brulè).
Nella bolgia del Goodison Park c’è stata una sola squadra, ovvero quella di casa, che pareva giocasse la finale dei mondiali. La Fiorentina s’è vista poco, Bobone Ectoplasma, il centrocampo che raccogliava margherite, così dopo 15 minuti l’Everton sfrutta una indecisione di Frey e della difesa, e Jhonson la butta dentro di costola (pareva un gol del Bomber ai campini). La Viola si blocca e gli inglesi crescono, il dominio è imbarazzante.
Fine primo tempo. Inizio secondo tempo.
Esce Bobo, entra Pazzo, ma la storia non cambia e al 66’ Arteta fa partire uno scud in diagonale da 35 metri, che distrugge completamente l’aria gigliata e si insacca nell’angolino basso a fil di palo, levando una splendida ragnatela lì da 4 anni.
Ormai il morale viola è sotto i tacchetti e certo il clima del Goodison Park non aiuta, sembra di essere al Colosseo a vedere Massimo Decimo Meridio che lotta per vendicare la famiglia trucidata.
Ormai la partita si gioca solo nella metà campo viola, centrocampo e difesa si inventano allora il gioco nel gioco, ovvero colpire un tifoso seduto sull’ultima fila delle gradinate che sventola un A4 con scritto Veltroni presidente. Risultato pallonate sparate a chi sa chi.
Si va ai tempi supplementari e la partita si trasforma nella finale di Wimbledon, viene montata una grossa rete sulla linea di centrocampo e parte la sfida a calcio tennis.
La fiorentina resiste con carattere e poco gioco, ma resiste. I leoni dell’Everton hanno trovato il loro San Daniele. Si passa al gratta e vinci dei rigori e i cardiopatici spengono la tv, iniziano i riti scaramantici per tutta e firenze, sale, aglio al collo, paletto di frassino, corna, cornetti e cappuccini per i pensionati.
Yukubù becca il palo, Frey fa la magia, Santana di piatto e i quarti sono serviti.
L’impresa è riuscita. Non è stata una gran partita, l’Everton ha imposto il suo gioco all’inglese in un campo più largo che lungo. La fiorentina ha sofferto e si è guadagnata e meritata il passaggio del turno. Certo gli inglesi forse meritavano di più, ma del resto all’andata non hanno neppure giocato e non potevano certo pretendere che gli si regalasse la partita. Del resto chi gioca a calcio sa bene che a volte le partite non durano solo 90 minuti e neanche 120, e i Prandelli Boys questo l’hanno imparato bene, riuscendo a mantenere la concentrazione e la freddezza necessaria per uscire indenni.

lunedì, marzo 10, 2008

TUTTO COME PRIMA

Poco più di 90 minuti e tutto pare essere tronato come prima. Juve a +4, MIlan a -1.
Così certo potrà essere anche lunedì prossimo, ma ad oggi...
Il Milan è tornato più spietato in campionato dove comunque l'Empoli ha provato a giocarsela alla pari. La fortuna non ha certo aiutato i toscani e i rossoneri hanno saputo prendersi tutti e 3 i punti in palio. A proposito di Palio... Pazzini sbaglia la "mossa" e Maccarone lo punisce! Il pelato bianconero poi rischia di rovinare tutto facendosi buttare fuori per l'eccessiva esultanza: cretino lui e cretina la regola! Che bisogno c'è di levarsi la maglia per festeggiare?! Fossi la società gli farei una bella multa! Non ho visto la partita, ho solo ascoltato per radio, ma non mi pare che il Siena abbia rubato nulla: apparte la clamoroso occasione di Pazzini non ho sentito, ma magari mi sbaglio, di parate straordinarie diManninger. Del numero 29 viola credo sia inutile aggiungere altro. Speiamo solo che l'Inter vada fori domani, e che la smetta di battere rigori al posto delle punizioni... anche se Moratti sta facendo pressioni per inserire la regola "3 calci d'angolo un rigore!!"

Nel posticipo la Juve ha fatto molto bene anche se perde ancora pezzi: fuori Zanetti, Camoranesi e Legrottaglie domenica prossima. Spero sia la volta di Tiago, che ieri negli ultimi 20 minuti ha fatto - nonostante un lancio sbagliato - molto bene. La squadra ha giocato con determinazione e cattiveria agonistica e il genoa, a parte una buona partenza è stato raramente pericoloso.