Internazionale e nazionalismi
Affrontando di prima mattina la quotidiana lettura della rosa nei bar trentini dal cappuccino troppo schiumoso e dalle paste precongelate riscaldate dal presunto barista di turno, si odono riecheggiare le gesta eroiche dei due eroi-bomber milanesi, che timbrano a suon di gol la promozione agli ottavi delle compagini strisciate. E tra i soliti "non siamo bolliti" di Ancellotti e i "l'imperatore e' tornato" di Mancini, un fatto colpisce la mia attenzione: l'Inter (ex Ambrosiana oggi non a caso Internazionale F.C.) schiera in una sola volta 11 giocatori di nazionalita' estera. Credo che sia la prima volta per una squadra italiana, ma e' curioso il fatto che una tale compagine sia chiamata a difendere in qualche modo i colori nazionali nella competizione calcistica piu' famosa.
Al di la' dei facili moralismi a nazionalismi, ho cercato di immaginare cosa possa succedere in una situazione del genere. Cambiasso, Veron e Solari che si chiamano la palla con spagnolo-argentino e Recoba che 'non compriende' perche' lui e' uruguagio, Figo e Adriano che cercano di comunicare in portoghese ma l'accento brasiliano e' troppo marcato per il pettinato ex pallone d'oro, Mancini che urla dalla panchina a Wome e si sente rispondere in uno stentato italiano e allora prova in spagnolo ma nessuno sembra capirlo. Insomma, tutta una serie di situazioni che devono sicuramente rendere difficile la vita dello spogliatoio interista.
I bei tempi andati in cui ogni squadra poteva al massimo schierare 3 stranieri sono ormai solo un ricordo, i tempi del trio Derticia, Kubik, Lacatus, e poi di Batistuta, Effenberg, Laudrup e di quello piu' fortunato Batistuta, Rui Costa, Schwartz...
Oggi per fortuna riusciamo ancora a schierare una squadra dove la lingua parlata e' una sola; solo Jorgensen, Ujfalusi e Frey erano in campo domenica, il resto tutti italiani, e di sicuro anche loro avranno parlato con la lingua del Belpaese... ma continuando la lettura della rosa, si arriva alla pagina in cui anche la Gazzetta da' per certi l'arrivo di Vidic e Jimenez, e scrive un articolo sui due quasi nuovi giocatori della Fiorentina. E nella pagina accanto, un giocatore italiano di nome Vincenzo Italiano carica il suo Verona per raggiungere al piu' presto la serie A. Certo, se a essere tutti stranieri uno si deve ritrovare come l'Inter, forse l'Hellas ce la puo' davvero fare e per noi forse e' meglio cercarseli in casa i giocatori o sperare che almeno sappiano bene l'italiano.
3 Comments:
Vieni bellino...ce l'avesso io il cappuccino,il cornetto e la gazza...
le squadre di calcio sono aziende (anche se sono tutte in passivo e di solito le aziende chiudono...), quindi il fatto della nazionalità è irrilevante.
allo stesso modo è impensabile che i giocatori siano attaccati alla maglia: sono attaccati alla maglia finché qualcun'altro non gli offre di più - ma scusate: chi non lo farebbe???? voi non cambiereste posto di lavoro se il lavoro fosse lo stesso ma da un'altra parte vi offrissero più soldi???
per questo in più occasioni ho detto che troppa poesia e troppo sentimento non si sposano con questo calcio: altrimenti la rubentus (che in casa fa più o meno 10 spettatori allo stadio + il rose su sky) non sarebbe in alto com'è. vince chi ha un'organizzazione migliore e più soldi, cose che con il cuore e l'amore per una città non c'entrano nulla.
giusto, bomber. l'inter non vince perché ha i soldi ma non l'organizzazione.
infatti guarda che salto abbiamo fatto noi da quando c'è un direttore sportivo che lo sa fare, un allenatore che ha delle idee, un presidente che non decide da solo ma discute con il suo staff.
per lanonimavera:
che lucarelli abbia fatto una figura migliore non c'è dubbio, ma dal punto di vista calcistico cosa cambia? diciamo piuttosto che lucarelli (che è fortissimo) ha bisogno di sentirsi leader indiscusso. forse per questo in una grande non renderebbe e la sua immagine non sarebbe quella che è...
la sua secondo me è stata una scelta anche furba e non solo sentimentale.
d'accordo con te su vieri... una roba penosa e quasi ridicola...
e c'è chi lo convoca in nazionale!
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