giovedì, febbraio 09, 2006

Quella sciarpa di lanaccia viola...


Che partita! Bellissimo, ancora una volta. Come con il Milan, come sarebbe potuto essere contro la Juve se non fosse stato per quel palo maledetto, ma sempre bellissimo e indimenticabile. Si, perche' la differenza tra le due squadre e' enorme, il patrimonio tecnico dei nerazzurri e' 10 volte superiore a quello viola. E si vede, lo si vede da subito.
Ma nonostante i soldi, le pay tv, gli interessi commerciali, il calcio rimane quello di una volta: si puo' ancora vincere col cuore . Per fortuna, alla faccia di tutti i signori del calcio, questo gioco non si decide solo a tavolino, mettendo insieme una squadra di fenomeni strapagati e un allenatore elegante che li butti in campo. Il calcio e' grinta, determinazione, voglia di raggiungere una vittoria quando tutti ti danno per spacciato. Ed e' soparattutto un gioco di squadra. Si gioca in 11 e se quegli undici giocano insieme, l'uno per l'altro, le differenze tecniche non si eliminano, ma si possono in qualche modo arginare.
Questa e' la differenza tra Fiorentina e Inter: una squadra che conscia dei proprio limiti aspetta l'avversario superbo al limite dell'area, lo fa sfogare, lo osserva mentre si scambia la palla con lanci millimetrici di 60 metri, sapendo che la palla tanto non gliela levi a quelli li'. E aspetta. Aspetta il suo momento e lo sfrutta appieno.
La Fiorentina e' Brocchi che corre battendosi la mano sul petto gigliato. L'Inter e' Figo che quando cade si rialza pettinandosi, che un ciuffo e' fuori posto. La Fiorentina e' Dainelli, balbuziente toscano, che tira fuori tutto e anche di piu' per fermare quel metro e novanta da 50 milioni di euro. L'Inter e' Mijailovic che se la prende con un tifoso in tribuna mentre gli ricorda la verita' sui suoi natali (e cioe' che e' uno zingaro). Ma soprattutto la Fiorentina e' Prandelli, un uomo che plasma i suoi giocatori da uomini e che indossa una sciarpa di lanaccia viola e gioisce come un tifoso. L'Inter e' Mancini, Mancini e la sua sciarpa di cashmire celestina, che se la prende col povero Guetta, solo perche' gli ricorda tutti i tifosi che non hanno fatto che salutare la sua mamma per tutta la partita.
La Fiorentina e' uno stadio tutto viola che canta soffre e giosce insieme ai suoi giocatori. L'Inter e' paytv, Inter Channel e dirigenti incappottati. La Fiorentina e' "adesso mi divertiro' un po' con te, a fare un gioco che ti piacerà", e ancora "lo lo lo lo, lobont lobont...". L'Inter e' solo "Inter Inter!".
Certo lo scudetto sara' cosa dura da vincere se non diventiamo un po' cappotti e pay tv anche sulle rive dell'Arno. Ma con un'annata cosi', con queste soddisfazioni, con queste vittorie dopo queste battaglie, chi se ne frega. In fondo dopo tutto siamo solo un punto dietro al Milan e 4 meno dell'Inter. Vicino, tremendamente vicino a quelli che appartengono a un calcio diverso, a un calcio da signori, in cui passione e determinazione vengono dopo i contratti milionari. E se tanto il fine deve essere lo stesso, cioe' non vincere, meglio essere cosi', meglio questo calcio un po' piu' povero ma guerriero, un po' meno spettacolo ma tanto cuore, un po' meno gioie, ma intense quando arrivano.
Un calcio con la sciarpa viola di lanaccia intorno al collo e a battersi il petto sul cuore gigliato, un calcio dove il cashmire celestino e i giocatori pettinati speriamo non arrivino mai.